Gestione dell’hosting: la guida definitiva

Gestione dell'hosting: la guida definitiva

Oggi ti parlo di come mettere online un sito internet, come un professionista.

E che ci vuole, dirai tu. Esistono servizi gratuiti come Blogger, dove in trenta secondi posso creare il mio blog personale. Quando cresco, compro il mio dominio su Aruba, Tophost o simile e ci piazzo sopra WordPress. Mi costa pochi euro l’anno e non ci penso più.

Questa strada va bene per chi inizia e non vuole investire tempo e denaro in una soluzione personalizzata, ma se vuoi diventare un blogger professionista ti servirà di più:

  • Un server capace di gestire migliaia di visite al giorno.
  • Massima flessibilità e controllo di ogni aspetto del tuo sito.
  • La possibilità di mettere più di un sito sullo stesso server, minimizzando i costi.
  • Rendere più veloce il sito.
  • Proteggerti contro i problemi del tuo host e suddividere il rischio.

Se vuoi continuare a pubblicare online e far crescere il sito, prima o poi ti troverai a dover fare i conti con problemi di hosting e trasferimento di domini. È inevitabile. Quando succederà, sapere come funziona un sito web dietro le quinte ti eviterà molti mal di testa. È una delle conoscenze base obbligatorie per un webmaster serio. Ti spiegherò come funziona il nome a dominio, i DNS, cos’è in realtà uno spazio web e come succede quando premi invio sulla barra degli indirizzi. Non sei mai stato curioso di saperlo?

Te lo dico subito: è un argomento complesso. Molto. E ancora di più quando non esiste una guida pratica che spieghi i concetti principali in modo semplice. Su Wikipedia trovi decine di articoli che ti dicono tutto quello che puoi sapere sui DNS e roba varia, ma è roba per programmatori. Tu vuoi una guida semplice, che ti dia una panoramica generale ma completa e connetta i punti in modo che abbiano senso.

Per raggiungere un sito internet, il computer passa attraverso tre step distinti: nome a dominio, DNS e spazio web. Puoi acquistarli separatamente e seguono questa relazione:

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Il nome a dominio (detto indirizzo web)

Questo è l’inizio di tutto, l’URL che digiti per visualizzare un sito. Esempio: https://www.robertoiacono.it

La maggior parte dei domini sono su tre livelli, che si contano da destra a sinistra. Nell’indirizzo sopra, sono:

  • “it” è il dominio di primo livello (o TLD).
  • “robertoiacono” è il dominio di secondo livello.
  • “www” è il dominio di terzo livello.

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Il dominio di primo livello non lo puoi modificare, solo scegliere fra una lista di quelli presenti: it, net, com, org, co.uk, ch eccetera.

Il dominio di secondo livello va acquistato dalle varie compagnie di hosting e costa pochi euro. È quello a cui ci si riferisce normalmente quando si acquista un dominio.

Il dominio di terzo livello può essere modificato a piacere, ma non tutti gli host te lo permettono: alcuni bloccano la tua possibilità di cambiare il dominio di terzo livello, limitandolo a www e facendoti pagare per averne altri. Www è il terzo livello standard. Poi ce ne possono essere svariati associati allo stesso dominio di secondo livello, come:

  • http://forum.robertoiacono.it
  • http://blog.robertoiacono.it
  • http://ebook.robertoiacono.it

I domini di primo e secondo livello vengono gestiti dai DNS, quelli di terzo livello dal server in cui è fisicamente presente il sito.

Un hosting serio ti permette di creare gratuitamente tutti i domini di terzo livello che vuoi, una volta acquistato quello di secondo livello, devi solo configurare il server con le istruzioni fornite dall’host.

Un indirizzo web non significa spazio web. È come un indirizzo fisico: è la descrizione del luogo, non il luogo stesso. Il dominio è un’indicazione stradale, non un luogo fisico. Per renderti le cose semplici le compagnie di host offrono sia dominio che spazio web in un unico pacchetto, ma sono cose distinte. Puoi comprare il dominio da una compagnia, e lo spazio web presso un’altra. Quando acquisti un dominio compri robertoiacono.it (primo e secondo livello), non www.robertoiacono.it perché www è uno dei tanti domini di terzo livello che puoi usare.

Ora seguimi, perché le cose cominciano a farsi complicate.

Il computer non è in grado di leggere un indirizzo alfanumerico del tipo https://www.robertoiacono.it: prima di restituirti la pagina, deve tradurlo in un indirizzo IP (esempio: 146.255.46.1). Per farlo, usa uno strumento chiamato DNS. Di DNS ce ne sono vari tipi. Uno di questi si chiama NameServer (o NS), ed è l’intermediario fra nome a dominio e DNS veri e propri.

Se vai nel pannello di controllo del tuo provider del dominio (probabilmente quello che hosta il sito web), forse vedrai la possibilità di modificare i nameserver: sono stringhe come questa: “pdns03.domaincontrol.com” A ogni indirizzo web deve essere sempre associato almeno un NS, di solito sono due. Quando digiti un URL e premi invio, il computer va a vedere il NS associato a quel dominio. A sua volta, il NS dirà al computer dove andare a trovare i DNS veri e propri. In questo caso, i DNS si trovano all’indirizzo “pdns03.domaincontrol.com”.

Cambiare il nameserver è utile quando vuoi acquistare il dominio da una compagnia, ma farti gestire i DNS da un’altra. Nella maggior parte dei casi però, non vuoi toccare i nameserver.

Il mio pannello di controllo dei NS. Nota che sono specifici per il dominio mindcheats.net.

Il mio pannello di controllo dei NS. Nota che sono specifici per il dominio mindcheats.net.

I DNS

Riesci a seguirmi per ora? Se sei un po’ confuso, tranquillo: capirai meglio come funziona un NS dopo che avrai capito cosa sono i DNS. Questi strumenti sono i vigili urbani di internet: prendono il traffico e lo indirizzano nella direzione giusta. Per farti capire, ecco come si presenta il pannello di controllo dei DNS:

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Il mio pannello di controllo dei DNS. clicca per ingrandire.

Ci sono diverse categorie di DNS, qui ne vedi tre: A, CNAME, MX. Insieme ai NS, sono i quattro tipi più importanti che ci interessano. Con DNS ci si riferisce a tutto questo insieme, mentre una riga singola è detta “record”. Sono composti da tre elementi: un attributo a sinistra (il “nome”), un attributo a destra (denominato “points to” o “valore”) e un TTL. L’unica eccezione è il NS, che ha solo un elemento: l’indirizzo; vista la sua natura particolare, i nameserver sono gestiti da un pannello di controllo differente da quello degli altri DNS. Il TTL non ci interessa, andiamo a vedere cosa sono gli altri due campi per ogni tipo di DNS.

  • A è il più importante, perché dice dove si trova fisicamente il server che ospita quel sito web. In questo caso, il server si trova su 146.255.46.1. Importante: se non vuoi fare giri strani, usa un solo A,
  • CNAME permette di puntare diversi domini allo stesso IP. Ad esempio, posso decidere di puntare sia www.robertoiacono.it che ftp.robertoiacono.it allo stesso DNS A, che a sua volta punta all’indirizzo 146.255.46.1. Se voglio cambiare l’indirizzo IP del mio server cambierò quindi solo A, e sia www che ftp si adegueranno: è un trucco per risparmiare tempo. CNAME è in sostanza un redirect verso altri indirizzi. A sinistra ci sono i domini di terzo livello, a destra dove vengono reindirizzati. @ significa che il redirect sarà verso il server specificato da A. Nell’esempio dell’immagine, ammettendo che questi siano i DNS per il dominio robertoiacono.it: se digito http://fax.robertoiacono.it verrò reindirizzato su login.secureserver.net. Raramente dovrai toccare CNAME, ma ci torniamo dopo.
  • MX li trattiamo a parte dopo, perché riguardano gli indirizzi email.

Il rapporto fra DNS e dominio è univoco: per ogni dominio esiste solo un set di DNS, e due domini non possono puntare allo stesso set di DNS. Quando acquisti dei DNS, dovrai specificare a che indirizzo fanno riferimento (esempio: robertoiacono.it). Quando ricevono una richiesta da robertoiacono.it rispondono, quando la ricevono da un altro indirizzo restituiscono errore.

Non è obbligatorio avere tanti CNAME, o un solo A.

Non è obbligatorio avere tanti CNAME, o un solo A. Nota ancora il rapporto univoco fra dominio e DNS.

Torniamo un attimo ai NS, te li ricordi? Sono quelli che fanno da tramite fra dominio e DNS. Quando setti i tuoi DNS, devi sempre dirgli a che dominio fanno riferimento; ad esempio, robertoiacono.it. Posso creare due o più DNS per lo stesso dominio, e poi scegliere a quale puntare tramite i NS. Ad esempio: adesso ho il mio dominio acquistato dalla compagnia X che gestisce anche i DNS all’indirizzo dns.xxx.com. Il mio NS per l’indirizzo robertoiacono.it punta quindi a dns.xxx.com. Ma voglio cambiare il provider dei DNS, lasciando il dominio dov’è: acquisto l’hosting dei DNS da compagnia Y, che li ospita all’indirizzo dns.yyy.com, e li modifico come voglio. Alla fine cambio il NS del dominio verso dns.yyy.com: il computer andrà a leggere i DNS di compagnia Y, non quelli di compagnia X. Tutti e due i DNS sono settati per rispondere alle richieste di robertoiacono.it, ma il dominio può puntare a solo un DNS per volta.

Quindi, finora è successo questo: ho digitato https://www.robertoiacono.it e il computer è andato a vedere che il nameserver è pdns03.domaincontrol.com. A questo indirizzo, ha controllato dove puntasse il dominio di terzo livello www, e ha letto @ in CNAME. Quindi è andato a leggere il record A, e ha visto che punta al server 146.255.46.1.

Lo spazio web

Qui è dove risiedono i siti web.

Qui è dove risiedono i siti web.

Ce l’abbiamo fatta, il mio computer ha raggiunto il server dove è ospitato il mio sito. Tutto facile e tutto bello? Nemmeno per sogno.

Finché hai solo un dominio e nessun sottodominio (ossia domini di terzo livello diversi da www), tutto semplice: carica i file come hai sempre fatto. Se acquisti l’hosting più economico che trovi, questa sarà l’unica opzione disponibile. Ma salendo di livello (bastano 5-10 euro al mese), puoi avere:

  • Più di un sottodominio.
  • Più di un dominio.
Godaddy offre domini e sottodomini illimitati a partire dall'offerta Deluxe.

Godaddy offre domini e sottodomini illimitati a partire dall’offerta Deluxe.

I sottodomini, ossia domini di terzo livello diversi da www, sono quelli più semplici perché non richiedono interventi complessi. Se l’hosting permette di creare sottodomini, nel pannello di controllo puoi configurare lo spazio web: consulta la documentazione del tuo hosting, ogni compagnia usa un sistema diverso. Dovrai impostare il nome del terzo livello e la cartella di destinazione. Quindi puoi dire una cosa come: “prendi tutto quello che c’è nella cartella blog, e mettila all’indirizzo http://blog.robertoiacono.it”. Crea poi la cartella “blog” tramite client FTP e gestiscila come se fosse uno spazio web a sé stante. Ai fini pratici, considera un sottodominio come un dominio separato rispetto al principale.

Il server è configurato per accettare http://prova.stefanomini.com

Il server è configurato per accettare http://prova.stefanomini.com: userà i file della cartella /prova/.

Gestire invece domini multipli nello stesso server richiede un passaggio in più, ma nulla di impossibile. Primo, configura il server per l’indirizzo web che deve gestire: se gli arriva una richiesta da un indirizzo che non conosce, restituirà un messaggio di errore. Un DNS prende solo la richiesta che hai formulato e la manda al server giusto. In altre parole va dal server e gli dice “l’utente mi ha richiesto https://www.robertoiacono.it, mandaglielo”. Ma se il server non sa cos’è robertoiacono.it, non potrà completare la richiesta: questo significa configurare il server.

Tramite il pannello di controllo dell’hosting puoi configurare il server per accettare più nomi a dominio, in un modo simile a quanto hai fatto con i sottodomini. Poi, prendi il record DNS A e fallo puntare al server. Esempio: ho un server che può gestire due siti internet, e adesso ho caricato solo robertoiacono.it; ora voglio creare un sito completamente separato e chiamarlo mariorossi.it, ma metterlo sullo stesso server. Primo, configuro il server per accettare anche mariorossi.it. Vado sul pannello di controllo dell’hosting, trovo l’indirizzo del server e lo inserisco nel DNS A di mariorossi.it. Ora il server mi darà robertoiacono.it quando digito quell’URL, e mariorossi.it quando digito l’altro. Avrò due set di DNS che puntano allo stesso server: uno per robertoiacono.it, l’altro per mariorossi.it. Ricordi il rapporto univoco che esiste fra DNS e nome a dominio? Da qui in poi puoi gestire i due siti in maniera autonoma, come se fossero separati del tutto: accesso FTP, client email, backup, SEO.

Puoi caricare il tuo sito internet su più di un server e configurarli entrambi per lo stesso indirizzo web, se vuoi. Chiamiamoli server 1 e server 2, entrambi configurati per accettare robertoiacono.it. Quando un utente digita https://www.robertoiacono.it, il NS rimanderà ai DNS. Qui il record A gli dirà se puntare a server 1 o server 2. Questo è utile quando vuoi cambiare server perché il tuo sito sta crescendo troppo, e quello vecchio fa fatica. Acquisti uno spazio web presso una nuova compagnia, e lo configuri per il tuo dominio. Hai presente quando acquisti uno spazio web con l’opzione “voglio trasferire il mio sito internet”? Quello che stai facendo è acquistare lo spazio web già configurato per il tuo dominio. Fino a qui, tutti i visitatori andranno al vecchio server. Poi carichi il tuo sito sul nuovo spazio: quando hai finito, vai nel pannello di controllo dei DNS e cambi il record A per puntare al nuovo server.

Gestire gli indirizzi email

Quando acquisti un dominio di secondo livello tipo robertoiacono.it stai comprando non solo il sito internet (https://www.robertoiacono.it e sottodomini), ma anche l’indirizzo di posta @robertoiacono.it. Così come per le pagine web, anche le email seguono lo stesso percorso: dominio, nameserver, DNS, spazio web.

Anche i nameserver sono unici, perché il nome del dominio è unico: non puoi separare i DNS del sito web dai DNS per le email. Nota infatti che sono nello stesso pannello di controllo.

A partire dai DNS le strade si dividono. Le pagine web guardano i record A e CNAME, mentre le email sono gestite da MX. Il nome è solitamente @, o lasciato in bianco. Il valore è una stringa alfanumerica che dipende da chi vuoi gestisca le tue email, ad esempio Gmail ha i server MX a ASPMX.L.GOOGLE.COM. Puoi anche specificare una priorità: quando inserisci più di un MX, verrà prima letto quello a priorità maggiore. Se è offline, automaticamente verrà letto il secondo e così via.

MX ha la stessa funzione di A: prende la richiesta e la invia al server giusto. Solo che invece dell’indirizzo IP, c’è un valore alfanumerico.

Gli MX di Google, utili per usare Gmail con un indirizzo di posta personale.

Gli MX di Google, utili per usare Gmail con un indirizzo di posta personale.

Passati i DNS si arriva allo spazio web, ossia il posto fisico dove vengono salvate le email che ricevi e da dove le puoi leggere. Come per i siti web, anche qui devi configurare il server: se il DNS va dal server a dirgli che ha ricevuto un’email per info@robertoiacono.it, ma il server non sa cosa sia robertoiacono.it, restituirà un messaggio di errore.

I server per gestire le email sono diversi da quelli per gli spazi web, anche se spesso vengono venduti insieme per non incasinare l’utente. Molte aziende vendono spazi specifici per le email, che ti può tornare utile se vuoi gestire più di un indirizzo personale o ti serve tanto spazio. Se non hai esigenze particolari, non ci pensare: tutte le compagnie di hosting più famose vendono spazio per le email insieme allo spazio web. Quando vorrai passare a qualcosa di professionale, ricorda queste regole:

  • Email e spazio web sono distinti, ma funzionano in maniera simile.
  • Lo spazio web usa record DNS A e CNAME, i server email MX.
  • Quando acquisti un dominio, hai sempre anche il dominio per le email.
  • È la compagnia che fornisce il server per le email a dirti quanti indirizzi puoi creare, non il provider del dominio: quando acquisto robertoiacono.it, posso avere @robertoiacono.it con infiniti indirizzi a sinistra della @ se l’hosting me lo permette.

Cosa sono POP3, IMAP e SMTP?

Sono protocolli per leggere e inviare email dal tuo client, come Outlook o Thunderbird.

  • SMTP viene usato per inviare le email.
  • POP3 è il vecchio sistema per ricevere email: non si sincronizza in tempo reale (quindi la ricezione è in ritardo) e non può comunicare col server (quindi se cancelli un’email sul client che usa POP3, non verrà cancellata sul server).
  • IMAP è quello che sostituisce POP3: sincronizzazione in tempo reale e possibilità di cancellare, modificare e segnare come letti i messaggi direttamente dal client.

Ogni provider serio offre tutti questi protocolli, alcuni però ti fanno pagare di più per avere IMAP (se usi tanto le email, vale la spesa in più).

Appendici

Con la teoria qui sopra hai una buona infarinatura su come funzioni internet e come risolvere i problemi che ti capiteranno nella tua carriera da amministratore. I provider cercano di renderti le cose semplici usando termini amichevoli e mascherando le complessità tecniche, ora tu sai cosa succede in realtà. In quest’ultima parte ti faccio alcuni esempi comuni e problemi tipici di quando qualcuno per la prima volta si affaccia a questo mondo.

E Google cosa ne pensa?

Per la SEO, Google guarda principalmente il nome del dominio. Puoi cambiare quanti server vuoi, finché cloni il sito esattamente uguale a prima l’opinione di Google non cambierà. Eccezione: quando un sito viene infettato da virus, considerato illegale o pizzicato a usare tattiche vietate dalle linee guida Google, il motore di ricerca esclude tutto il server dai risultati delle sue pagine. Succede raramente, ma se condividi il server con altre persone il tuo sito potrebbe venire bannato senza che tu abbia fatto nulla. È il pericolo dell’hosting condiviso (shared).

I filtri antispam delle email come si comportano?

I filtri antispam usano un algoritmo complesso per sapere quali email sono sicure, e quali indesiderate. Un indicatore importante è l’indirizzo IP del server da cui sono inviate: se un server invia tante email di spam, le tue potrebbero venire bloccate anche se col tuo nome a dominio non hai fatto niente di male. Un pericolo se un server gestisce centinaia di indirizzi email di persone diverse.

Come trasferire il dominio

Tutti i provider permettono di trasferire il sito (dominio + DNS + hosting) da un altro provider.

Tutti i provider permettono di trasferire il sito (dominio + DNS + hosting) da un concorrente. Qui il pannello di Bluehost.

Hai il nome a dominio presso un provider, e vuoi passare a un altro. Come fare? Molto semplice! Puoi trasferire solo il dominio, dominio e DNS o tutto insieme (dominio, DNS e spazio web). Ricorda che, quando disattivi un dominio da una compagnia, anche i loro DNS smetteranno di funzionare. Quindi a meno che tu non abbia acquistato dei DNS separatamente, vorrai spostarli insieme al dominio. Puoi cambiare provider del dominio solo una volta ogni 60 giorni.

Vai sul sito del nuovo provider, e cerca l’opzione per trasferire il dominio. Acquistalo. Vai sul pannello dei DNS nuovi e puntali dove vuoi tu. Se trasferisci anche lo spazio web, carica il sito sul nuovo server. Devi fare due cose sul vecchio provider:

  • Sbloccare il dominio: controlla la documentazione del provider per scoprire come.
  • Richiedere l’auth-code: controlla sempre la documentazione del provider.

Segnati l’auth-code, vai sul pannello di controllo del nuovo provider e inseriscilo dove richiesto: la richiesta verrà presa in carico e completata automaticamente in poche ore. Spesso ti verrà inviata un’email con un link da cliccare per autorizzare il passaggio.

Ogni volta che fai un trasferimento, devi giocare con tre elementi: nome dominio, DNS (di solito acquistato insieme al dominio, ma non sempre – controlla) e spazio web. Assicurati di averli sempre tutti e tre! Non è raro vedere persone che cambiano lo spazio web, comprano quello nuovo e disdicono il contratto con il vecchio provider. Poi si accorgono di non aver acquistato anche il nome dominio e DNS. È successo anche a me, risultato: sito offline per 3 giorni!

Perché i cambiamenti non sono immediati?

I cambiamenti nei DNS devono propagarsi: significa che ogni modifica ci metterà qualche ora prima di essere vista da tutti. Se non stai attento, per un po’ il sito potrebbe andare offline: ad esempio cambi server, cambi il record A per puntare a quello nuovo e cancelli i file dal server vecchi. Finché i DNS non si propagano, il sito rimarrà offline perché gli utenti verranno puntati sul server vecchio che non contiene più niente. Per aggiornare immediatamente i tuoi DNS, vai su start -> esegui (o premi il tasto Windows), digita CMD e premi invio. Nella console, digita ipconfig /flushdns e premi invio: fatto, i tuoi (e solo i tuoi) DNS sono aggiornati.

Aiuto! Non funziona niente!

Tranquillo, succede anche ai migliori. 😉

Primo, controlla che non sia un problema di propagazione dei DNS: se avessi ancora quelli vecchi, come si presenterebbe il sito? Usa flushdns per controllare. Se non è quello, fai un respiro e controlla i problemi più comuni:

  • I nameserver puntano ai DNS giusti?
  • Il record A punta al server giusto? Hai fatto casini con CNAME?
  • Ti sei dimenticato che quando trasferisci un dominio, anche i DNS del vecchio provider cessano di funzionare?
  • Il nuovo server è correttamente configurato per prendere in carico le richieste dai DNS?
  • Hai caricato tutti ma proprio tutti i file sul nuovo server? Non è che per sbaglio hai fatto login con client FTP al vecchio server? Hai importato il database?

E se non posso cambiare i NS?

Tophost non permette di cambiare i Nameserver.

Tophost non permette di cambiare i Nameserver.

Alcuni provider di domini economici ti permettono di modificare i DNS, ma non i nameserver. Questo significa che se vuoi tenere il dominio con quel provider, non puoi cambiare il gestore dei DNS. Puoi però cambiare server se vuoi, perché quello viene gestito dal record A e non da NS. In altre parole: dominio e DNS restano insieme.

Mi hanno detto di cambiare CNAME per usare questo tool online, che faccio?

Alcuni servizi online per essere configurati ti chiedono di cambiare o aggiungere un record CNAME. Ad esempio: uso un tool che crea landing page, ma rimangono sui server di quella compagnia e non i miei, ad esempio su compagniax.com. Posso inviare i miei visitatori su www.compagniax.com/miapagina.html, ma non sarebbe più carino se vedessero come URL www.robertoiacono.it/miapagina.html?

Qui entra in gioco CNAME, che mi fa un redirect lasciando inalterato l’URL. Quindi creo un CNAME con nome www che punta a compagniax.com: adesso chi digita www.robertoiacono.it andrà su www.compagniax.com. Un attimo però: www.robertoiacono.it è già un sito internet, non posso usare un sottodominio? Certo! Www, alla fine, non è che un dominio di terzo livello come gli altri. Creo un CNAME con nome landing e valore compagniax.com: quando il visitatore va su http://landing.robertoiacono.it/miapagina.html, verrà reindirizzato su www.compagniax.com/miapagina.html.

La cosa figa: anche se l’hosting non permette di creare sottodomini, qui puoi farlo perché stai solo facendo redirect verso il server di un’altra compagnia. In questo modo aggiri il limite di sottodomini imposto dall’host.

Cosa sono shared hosting, VPS e server dedicato?

Quando acquisti uno spazio web, devi decidere fra:

  • Shared hosting (hosting condiviso, il più economico).
  • VPS (Virtual Private Server, già più costoso).
  • Dedicated hosting (hosting dedicato, molto costoso).

Partiamo dall’ultimo, il server dedicato: affitti un server intero e tutta la sua potenza di calcolo. Sull’hard disk di quel server c’è solo il tuo sito e l’intera banda è a tua disposizione. Hai un indirizzo IP unico. Questa soluzione è molto costosa (centinaia di euro al mese) e viene adottata solo da siti enormi che hanno bisogno di tanta potenza. Con questa opzione hai tutta la libertà che vuoi di personalizzare il server.

Dall’altra parte, ci sono gli hosting condivisi: costano pochi euro l’anno e vengono scelti da chi inizia da zero. In uno stesso server, sono presenti molti siti: da 7-8 per gli hosting condivisi più seri e costosi (come Synthesis) fino a diverse centinaia. L’indirizzo IP è condiviso così come le risorse del server: se un altro sito sul tuo server improvvisamente ha mezzo milione di visite al giorno, tutti gli altri avranno problemi perché il server non ce la fa più. Visto che il server e condiviso fra molti siti, non puoi fare interventi per modificare le sue impostazioni.

Nel mezzo abbiamo i VPS: ci sono diversi siti sullo stesso server, ma ognuno ha risorse dedicate. Metti il caso di un server con 4GB di RAM, un processore da 3ghz e 500GB di disco fisso; viene diviso in due VPS ognuno con 2GB di RAM, metà della potenza di calcolo della CPU e 250GB di disco fisso. Se uno dei due siti va oltre la capacità di carico assegnata e manda in palla il server, l’altro sito continuerà a funzionare senza problemi con le sue risorse dedicate. Ogni sito ha un IP diverso. Queste soluzioni partono da qualche decina di euro al mese.

Esiste veramente lo spazio infinito?

Fatcow offre spazio e bandwidth illimitati.

Fatcow offre spazio e bandwidth illimitati.

In una parola: no.

Lo spazio su disco è la quantità di dati che puoi immagazzinare sul server dell’hosting, il bandwidth (banda) è quanti dati il server può inviare ai tuoi visitatori ogni mese. Sono trovate di marketing: non esiste bandwidth e spazio infinito, è fisicamente impossibile.

Queste offerte sono anzi le più pericolose, perché se il tuo traffico cresce troppo l’hosting ti lascerà a piedi. Leggi le condizioni generali del servizio: da qualche parte c’è scritto che il provider si riserva il diritto di staccare la spina se il tuo sito occupa troppe risorse. In altre parole: se un tuo articolo diventa virale su Facebook e ti porta 10.000 visite in un giorno, l’hosting ti bloccherà il sito proprio quando ti serve di più. Meglio usare una compagnia che ti dice chiaramente quante risorse hai a disposizione.

Un hosting serio non stacca la spina quando eccedi il traffico a disposizione, ma ti avverte con una email. Il sito viene bloccato solo in caso di infrazioni ripetute.

Voglio cambiare hosting per lo spazio web, ma dicono di non gestire i domini

Alcune compagnie hosting di alto livello si focalizzano sul fornire uno spazio web con server eccellenti e veloci, per questo scelgono di non gestire domini, email e DNS: hanno solo i server. Se vuoi uno spazio con questa compagnia dovrai acquistare dominio e DNS da un altro provider, poi puntare il record A verso il server della compagnia di hosting (ti verrà fornito da loro). E ti servirà anche un server per gestire le email, se hai intenzione di riceverne e mandarne. A meno che tu non voglia usare robertoiacono@gmail.com, ma non fa granché professionale.

E tutta questa roba a cosa mi serve?

Arrivato alla fine, ti chiederai: okay bravo, ma cosa me ne faccio io? Il mio sito va benissimo!

Risposta: per ora.

Facendo le corna, prima o poi un problema succederà. Allora vorrai sapere come risolverlo velocemente. Oppure, restando sul positivo, il tuo sito cresce così tanto che un server normale non ce la fa più a gestire il traffico: ti serve una soluzione professionale, che di solito richiede una conoscenza dei DNS perché devi impostarli da solo.

Ancora: vuoi aumentare la tua presenza online, e creare decine piccoli siti web diversi. Perché buttare soldi per acquistare dominio, DNS e spazio web singolo per ognuno? Prendi un solo spazio web che ti consenta di ospitare tutti i siti che vuoi a 5-10 euro al mese (io uso Godaddy per domini, DNS e siti web minori), compra tutti i domini che ti servono (senza spazio web) e modifica il record DNS A per puntare all’unico server.

Conclusione

In questo articolo ti ho spiegato tutto quello che ti serve sul funzionamento di un sito web.

Ne abbiamo fatta di strada, da quando pensavi che acquistare un dominio significasse anche prendersi uno spazio web. Forse adesso queste informazioni non ti servono, ma non preoccuparti: un giorno ti torneranno utili. E quando succederà, vorrai avere questo post nei segnalibri. 😉

Quando io ho dovuto imparare queste cose, non esistevano guide semplici e pratiche che insegnassero come gestire i DNS: sono dovuto andare a tentativi, il mio blog è stato offline per giorni, ho speso un sacco di tempo per correggere errori macroscopici. I DNS sono bastardi: nessuno se ne cura perché non danno quasi mai problemi, ma quella volta che qualcosa va storto, sono capaci di uccidere il tuo sito in quattro secondi netti. Non farti fregare e previeni i problemi.

Non solo: se vuoi aumentare la tua presenza online, usare delle tecniche avanzate ti darà più libertà di agire.

Stefano Mini è un amante della natura e sognatore accanito. Lavora come blogger professionista gestendo il portale Mindcheats.net. I suoi articoli più virali sono stati Come imparare l’inglese gratis, 28 semplici abitudini per essere felice e Come trovare lavoro.

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Gestione
19 Commenti
  • Ciao,

    Oggi scegliere un hosting adeguato al proprio business è
    una cosa davvero da non sotto valutare. Perché anche se
    da un parte avere il proprio business presente su internet
    permette di velocizzare molti processi aziendali e affini,
    il rischio maggiore rimane sempre il famoso “problema tecnico”.

    I problemi a livello tecnico possono essere i più svariati, per questo
    affidarsi ad un più che buon servizio di hosting è di vitale importanza
    per non avere intoppi con il proprio sito web e quindi di conseguenza
    correre il rischio di perdere potenziali clienti e vendite.

  • Grazie Roberto! Guida completa e dettagliata. Sei il migliore

    • Roberto Iacono

      Ti ringrazio, ma tutti i complimenti per l’articolo vanno a Stefano Mini, è lui l’autore dell’articolo 😉

      • Ops! Pardon, ho stampato l’articolo e non ho letto l’autore 🙂 Allora grazie a Stefano

        • Grazie Mauro. 😛

  • Articolo interessante, complimenti! Se posso aggiungo un suggerimento, comprate dominio e spazio web in modo separato altrimenti quando decidete di cambiare hosting può essere che, come successo a me, nell’istante in cui il dominio viene preso in carico dal nuovo provider venga automaticamente cessato anche il servizio di hosting, creando problemi poi nel trasferimento degli ultimissimi contenuti storati nel database.

  • Eccellente Articolo,
    Avrei una domanda in merito a Godaddy, hosting e dominio.
    La domanda non sarà pertinente al 100% però un po ci azzecca.

    Non è che sai spiegare come posso cambiare il percorso alla root folder del mio dominio principale, ad esempio:
    Ora la folder principale del mio dominio www.miostio.com è –> (home)/public_html/
    quindi se sul browser digito www.miostio.com/pagina_prova.html mi appare la mia pagina di prova. Ovviamente la pagina di prova è in –> /public_html/pagina_prova.html

    Ora se volessi che la root folder diventasse (home)/public_html/NUOVAFOLDER/
    cosiche digitando www.miostio.com/pagina_prova.html vada sempre a puntare la mia pagina di prova. Ovviamente la pagina di prova è in –> /public_html/NUOVAFOLDER/pagina_prova.html

    grazie
    ciao
    marco

    • Non vedo perché vorresti farlo, se vuoi la pagina all’URL …/prova.html, perché non la metti semplicemente nella cartella principale. Se la vuoi duplicare, basta che fai redirect 301.

      • Ciao Stefano.
        Per meglio spiegarmi faccio un’esempio un po’ più pratico.
        L’idea di separate le cose è per meglio gestire la folder del dominio da eventuali sotto-domini.
        Se installo wordpress direttamente nella root principale (home)/public_html/ succede che
        wordpress un-zipppa file e cartelle in (home)/public_html/
        Non voglio che succeda questo.
        Voglio che wodpress viva nella sua cartella , ma che questa cartella sia collegata al dominio
        principale, esempio www.miostio.com ma questa cartella sia diversa dalla root principale.

        in questo esempio nella root principale ho 3 cartelle una per il dominio principale
        e due per due sottodomini. Tutto risulta ordinato.
        root principale—>(home)/public_html/
        —>cartella principale del dominio-> (home)/public_html/cartella0 –>(www.miostio.com)
        —>cartella del sotto-dominio->(home)/public_html/cartella1 –>(www.sottodominio1.miostio.com)
        —>cartella del sotto-dominio-> (home)/public_html/cartella2 –>(www.sottodominio2.miostio.com)

        Io non saprei come diversamente fare, se hai un’idea su come meglio organizzare
        quanto sopra riportato per cortesia non esitare a suggerire la soluzione.

        ciao
        marco

        • Prova a impostare nel pannello di controllo cartella0 come fonte per www, se non puoi allora non è possibile a meno di andare ad agire sui CNAME (che non consiglio). Continuo a non vedere il problema, tanto i file sono comunque ordinati. 😉

          • Stefano,
            Grazie per la risposta ma non mi risulta di poter modificare il CNAME da pannello di controllo.
            Comunque non fa niente, il mio non è un vero e proprio problema, ma e solo un tentativo di cercare di lavorare in modo ordinato, con ogni dominio e/o sottodominio nella propria folder sotto la root principale.

            ciao
            marco

  • Ciao Roberto, ottimo post, come sempre 😉 Segnalo anche io la tendenza di molti a voler risparmiare sull’hosting, affidandosi ad aziende molto “cheap”… pentendosene dopo poco tempo, quando riscontrano delle problematiche tecniche e l’assistenza lascia a desiderare.

  • Ciao Roberto, seguo il tuo blog per guide e spiegazioni. Faccio i miei complimenti a te e a Stefano per l’articolo sopra, almeno qualcosa grazie a voi riesco a capire. 🙂
    A presto

    • Roberto Iacono

      Grazie a te per il sostegno 🙂 Ci fa molto piacere!

  • Ciao Roberto, innanzitutto complimenti per il blog, poi vorrei capire meglio come fare a far convivere due blog sullo stesso spazio hosting, mi spiego.
    Acquisto uno spazio hosting; acquisto due domini (Es. www.marcorossi.it e www.stefanobianchi.it).
    Come faccio a installare due siti wordpress sullo stesso dominio?
    Non posso installarli tutti e due nella cartella dell’hosting home/pubblic_html/ giusto?
    o da qui in poi devo creare due sottocartelle?
    Esempio: home/pubblic_html/cartellarossi/ e home/pubblic_html/cartellabianchi/ ed installare tutto li!!!
    E poi come faccio a far puntare i due domini acquistati suulle due cartelle?
    Grazie per la tua risposta
    Giuseppe

  • Ciao Roberto, sto giusto iniziando a lavorare su una VPS in Parallels con Plesk…
    il tuo articolo è eccellente. Complimenti, restiamo “sintonizzati” se ti va…
    A presto!
    Flavio

  • Peccato, ti manca il G+! C’è un motivo specifico per cui non hai i bottoni di condivisione?
    Grazie ancora per i tuoi articoli:-)

    • Roberto Iacono

      Sto facendo dei test sul codice, per aumentare la velocità 🙂 Probabilmente ho fatto qualche cavolata 😉