Come riportare i visitatori sul tuo sito

Come riportare i visitatori sul tuo sito

Quante volte ti hanno ripetuto che le visite, e più in generale i numeri di Google Analytics, non sono tutto nella vita di un sito web?

Tante, vero? Le statistiche sono importanti ma devono essere lette nel modo giusto per convogliare la tua attenzione verso un obiettivo superiore. Un obiettivo che superi la semplice attenzione al numero di visite collezionate in un giorno.

L’obiettivo ultimo è la conversione, vero? Hai creato una landing page, hai curato l’usabilità, hai ottimizzato il tuo sito web per i motori di ricerca e ora vuoi trasformare un utente intercettato su Google, sui social o attraverso la newsletter in un cliente.

O in un lettore abituale iscritto al feed rss, in un iscritto al webinar…

Forse c’è uno step da aggiungere: richiamare l’utente sul proprio sito anche dopo la conversione, risvegliare il suo interesse con nuovi contenuti ben studiati, proporre una newsletter con prodotti complementari. Proprio come suggerisce questo grafico di Hubspot

convertire gli utenti in clienti

Just because someone has already written you a check doesn’t mean you can forget about them. Ovvero, se un cliente ha staccato un assegno per te non è detto che tu debba dimenticarti di lui!

È una questione di prospettive e di offerte che ruota intorno alla tua attività: puoi scrivere post per compiacere il tuo ego, oppure per attirare appassionati di un determinato settore che possono essere interessati ai tuoi servizi.

Hai scelto seconda opzione? Bene, ora devi solo capire come far tornare il visitatore sul tuo sito, e moltiplicare le conversioni.

Coinvolgere

Da un punto di vista dei contenuti vale la regola della qualità: gli articoli che soddisfano e intercettano le esigenze dei lettori sono importanti, soprattutto nella prospettiva di chi ha un blog o una newsletter. Ma per coinvolgere veramente gli utenti e creare un rapporto di fiducia devi interagire con le persone che ti leggono.

Come? Non di certo facendo finta di interessarti a quello che dicono e pensano di te, ma interessandoti veramente di quello che dicono e pensano di te. Di te, dei tuoi prodotti o dei tuoi servizi.

Puoi usare le call to action alla fine dell’articolo per chiedere un parere ai lettori, puoi stimolare la conversazione nei commenti, su Twitter e su Facebook. Ma prima di tutto devi affrontare questa sfida con lo spirito giusto: con l’attitudine social.

Quando capisci che l’autore di un blog trova il tempo e la giusta ispirazione per parlare con te hai una gran voglia di ritornare, e lasciare le tue opinioni, i tuoi complimenti e le tue critiche. Sì, anche queste sono ben accette.

Il cliente al centro

Non ci sono solo persone che vogliono leggere i tuoi contenuti ma anche quelle che vogliono acquistare qualcosa. Un bene o un servizio. Ottimizzare un e-commerce è un’arte raffinata, impossibile da descrivere in un unico articolo, ma c’è un punto fondamentale da cogliere: la personalizzazione.

Ogni volta che arrivi sulla home page di Amazon c’è sempre qualcosa di diverso. Ci sono gli articoli che avevi individuato qualche giorno prima. Amazon sa sempre quello che vuoi, sa sempre quello che fai sul portale. Perché?

Perché monitorano quello che fai. Gli esperti che lavorano dietro questo marchio riescono a tracciare tutte le tue operazioni, tutti i tuoi click e i tuoi movimenti con il mouse. In questo modo creano un’esperienza personalizzata e fanno breccia tra i tuoi desideri.

Questo vale anche per la newsletter che si presenta sempre personalizzata, ritagliata intorno a chi la riceve. In altre parole: al centro non c’è l’azienda ma il cliente. Ed è chiaro che con un approccio simile è facile ritornare sul sito per continuare ad acquistare.

Certo, non è semplice muoversi come Amazon. Ma puoi fare dei piccoli passi anche tu, sai?

Non farmi pensare

Questo concetto arriva dal libro di Steve Krug, Don’t make me think. Cosa si nasconde dietro questo titolo? Semplice: l’utente deve essere messo in condizione di non pensare, di non impegnarsi per compiere un’azione.

L’usabilità è un punto chiave del tuo sito, del tuo blog, del tuo e-commerce: pubblichi una piattaforma poco intuitiva? Gli utenti prenderanno una scelta netta e difficile da digerire. Ovvero, troveranno qualcosa di meglio.

Per migliorare l’usabilità del sito puoi fare dei test (ci sono dei servizi che propongono delle valutazioni professionali) ma il primo passo è quello di metterti in discussione: un sito web non funziona bene solo perché tu riesci a usarlo.

Gianluca Fiorelli suggerisce una checklist divisa in 4 sezioni – accessibilità, identità, navigazione, contenuti – con 3 gradi di valutazione. Può essere un buon punto di partenza per migliorare il tuo sito e rendere la vita più semplice alle persone.

Velocità

Perché abbandoni una pagina web? Perché decidi di non ritornare più su un sito? Perché impiega troppo tempo per caricarsi. E nel web i tempi si restringono: devi ottimizzare la tua pagina, devi seguire le regole del Page Speed Tool per ottimizzare le tue risorse.

Tasso di conversioni in funzione del tempo di caricamento della pagina

Le conversioni aumentano con il diminuire del tempo di caricamento (fonte immagine), ma la velocità non è solo merito dell’ottimizzazione delle pagine. Anche la scelta dell’hosting è centrale per migliorare le prestazioni e il caricamento (ecco i vantaggi che puoi ottenere da un hosting più veloce) che permetterà all’utente di tornare con piacere sul tuo sito.

Remarketing

Perché quando visiti un sito web, magari un e-commerce, ed esci senza comprare niente vieni seguito dalle pubblicità AdWords? Ritrovi quel bene o quel servizio praticamente ovunque, e la tentazione di ritornare sul sito per fare l’acquisto aumenta sempre di più.

Ecco, alla fine hai cliccato sul banner e hai fatto il tuo acquisto. Questa è la tecnica del remarketing: si registrano i comportamenti degli utenti e si propongono delle pubblicità in base alle pagine visualizzate in precedenza. Sembra facile, vero? Eppure il remarketing nasconde mille dettagli per raggiungere i risultati sperati.

Ovviamente questo non è una tecnica utilizzata solo da AdWords ma anche dalle pubblicità Facebook. Ecco un’infografica che riassume l’approccio social al remarketing.

Identità

Molti brand sono così abili che riescono a diventare parte della vita quotidiana del cliente, fino a superare i confini imposti dal prodotto o dal servizio. Un esempio concreto arriva da Tablet Hotel.

Tablet Hotel è una catena di alberghi di charme, hotel selezionati che farebbero la felicità di ogni travel blogger. Cosa ti aspetti da un servizio simile? Una carta fedeltà, un programma che ti permetta di risparmiare dopo un certo numero di prenotazioni, magari una guida dettagliata con tutti posti da visitare.

Certo, Tablet Hotel ti dà tutto questo. Ma supera i confini del servizio offerto e delinea il profilo dell’utente medio (benestante, attento ai dettagli, raffinato) non solo con la selezione dei migliori alberghi. Tablet, ad esempio, è anche musica.

User content

Quale modo migliore per far tornare un utente sul proprio sito web, sulla pagina Facebook o su una piattaforma legata alle immagini?

Dare la parola al cliente o al lettore è una delle soluzioni più efficaci per fidelizzare: mi sento chiamato in causa, l’azienda che ho scelto mi dà la possibilità di caricare (esempio) un’immagine mentre uso il suo prodotto e posso diventare parte della sua identità.

Questo crea un circuito virtuoso che lega l’individuo al brand, e di conseguenza alla piattaforma che risponde a un indirizzo web. Ma per riuscire in questa impresa hai bisogno di qualcosa di speciale: un’idea.

E le idee sono preziose. La Nastro Azzurro, ad esempio, ha chiesto di lasciare una foto dedicata e una delle 3 tematiche proposte (il gusto di vivere da solo, il gusto del primo lavoro, il gusto delle nuove esperienze) mentre Inspired By Iceland ha invitato i turisti a condividere i posti visitati sui social.

La tua opinione

Secondo te quali sono le tecniche migliori per far ritornare un utente sul proprio sito web? Hai esperienze in merito? Raccontale nei commenti di questo post!

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Ciao! Siamo un provider italiano con esperienza decennale (abbiamo iniziato nel 2002). Ci occupiamo di hosting, server dedicati, VPS, cloud e gestione domini. Puntiamo molto sull'assistenza, sulla gestione dell'help desk.
6 Commenti
  • Ciao Roberto,

    Secondo la mia esperienza, un modo per far ritornare un utente sul proprio sito o blog
    è di offrire contenuti di reale valore, cioè veramente utili per l’utente della nicchia alla quale si fa riferimento. Un modo per far questo, oltre a scrivere articoli, può essere quello di aggiungere ad esso una risorsa, possibilmente gratuita. Così l’utente oltre a leggere l’articolo, ha subito a disposizione un qualcosa che lo aiuti a muovere i primi passi per risolvere un determinato problema.

    Spero di essere stato utile 😉

    Buon business
    Marco

  • Secondo me basta solo condividere con l’utente informazioni di valore e soprattutto utili, in modo che se abbia bisogno di qualcosa venga a cercare nuovamente sul tuo blog. Ma cosa più importante non devi a tutti i costi vendere qualcosa!! Personalmente io faccio così. Sono da poco partito con il mio blog ma il mondo di wordpress mi è parso più chiaro solo dopo aver frequentato il tuo blog… complimenti!

    • Hai perfettamente ragione. La qualità dei contenuti prima di tutto: è il primo passo per spingere l’utente a ritornare. Pochi contenuti auto-referenziali e tante risposte alle domande di chi ti segue.

      Un saluto!

  • Molto interessante, anche se vedo più difficile applicare questi suggerimenti al B2B, soprattutto non e-commerce e di servizi. Come stimolare un’azienda a tornare sul proprio sito e soprattutto a commentare le news o altro? Far caricare foto la vedo più una cosa da B2C e da prodotto…

    • Ciao Laura,

      Certo, non tutte le strategie sono applicabili a ogni sito, a ogni modello di business. Bisogna sempre studiare i propri obiettivi e il target di riferimento. Grazie per aver lasciato il commento.

      • Qua mi sento di contraddirti perchè anche nel B2B sarebbe bene avere affiancato un blog dove dare consigli utili per attirare persone in target. Es. se hai un sito dove vendi camicie nel blog affiancato potresti dare consigli sulla vestibilità delle camicie, quali sono i migliori cotoni, i tipi di taglio, di colletti eccetera. Ci vuole solo un pò di fantasia ma anche molto tempo. Basta avere voglia ed essere costanti proprio come Roberto!